La Terra di Lavoro

"Dentro, nel treno / che corre mezzo vuoto, il gelo / autunnale vela il triste legno, / gli stracci bagnati: se fuori / è il paradiso, qui dentro è il regno / dei morti, passati da dolore / a dolore - senza averne sospetto. / Nelle panche, nei corridoi, / eccoli con il mento sul petto, / con le spalle contro lo schienale, / con la bocca sopra un pezzetto / di pane unto, masticando male, / miseri e scuri come cani / su un boccone rubato: e gli sale / se ne guardi gli occhi, le mani, / sugli zigomi un pietoso rossore, / in cui nemica gli si scopre l’anima. / Ma anche chi non mangia o le sue storie / non dice al vicino attento, / se lo guardi, ti guarda con il cuore / negli occhi, quasi, con spavento, / a dirti che non ha fatto nulla / di male, che è un innocente." Come cambia negli anni la vita in treno! Se una decina d'anni fa tutti erano impegnati in conversazioni sul proprio telefonino, ora ognuno ha lo sguardo fisso sul proprio smartphone. L'isolamento delle persone è ora totale, assai più drammatico da quanto descritto da Pasolini in questa bella poesia.

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