Non si arrende il “Collettivo dei lavoratori in lotta”, costretto mercoledì mattina fa a interrompere il presidio al Cantiere Navale Trapani, con un blitz all’alba operato da poliziotti, carabinierie finanzieri in assetto antisommossa, coadiuvati dal personale della Guardia Costiera di Trapani. In tutto, hanno partecipato almeno 40 uomini. Gli operai hanno subito spostato la protesta di fronte la Prefettura ed hanno esposto in questi giorni striscioni e manifesti a sostegno della causa.
La vicenda della Cnt-Satin non è nuova. Da mesi, infatti gli operai avevano occupato la petroliera “MarettimoM”
La protesta nasce dalla decisione di Satin di riasumere 7 operai prima licenziati da utilizzare all’interno dell’area demaniale del cantiere: «Una provocazione – riferiscono gli operai – finalizzata ad esasperare gli animi e a deligittimare la lotta portata avanti negli ultimi mesi». I sette in attesa di assunzione, in effetti, si sarebbero presentati ieri all’ingresso del cantiere navale, ma non hanno neppure provato a varcare i cancelli: dopo circa mezz’ora trascorsa davanti l’entrata, si sarebbero invece spostati alla sede della Satin.

Come mai la Satin che conta un passivo di 50 milioni di euro e che non paga i sui dipendenti da sei mesi prospetta di assumere personale in numero insufficente per riportare in condizioni di operatività il Cantiere? I lavoratori ritengono «Illogico e inopportuno procedere con le assunzioni dal momento che ad oggi nessuna soluzione è stata proposta».

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